Zia Zaira da “Tante Marcelle” di Alain Reynaud Fourton

La commedia, secondo lo stile più consono all’Autore dell’applauditissima pièce “Il boss di Bogotà”, ci presenta personaggi e situazioni che pretendono di appartenere all’ambiente della “mala”, ma gli “spietati delinquenti”, tre giovanissimi molto, molto inadeguati, maldestri, goffi, sprovveduti .. sono in fondo degli ingenui "bonaccioni" che finiscono per farci tenerezza. La vicenda ruota attorno alla figura di Zaira, un’anziana (sequestrata per sbaglio dai giovani) la quale si rivelerà un vero osso duro per i tre “banditi”, che di fronte alla sua tempra, al suo caratterino, alla sua granitica costituzione, finiscono per cedere le armi, completamente affascinati e abbandonati a lei che li guiderà verso un’epica impresa nella quale sono implicati anche un elegantone marito gigolò, ossessionato dal facile arricchimento ed un improbabile psichiatra pieno di tic nervosi. Suspence, azione, umorismo ed un pizzico di poesia sono gli ingredienti base di questo lavoro nel quale, come in ogni favola che si rispetti, alla fine, i buoni saranno premiati ed i cattivi saranno puniti, ma...con una certa clemenza, perché zia Zaira, dietro il suo pugno di ferro, la sua furia vendicativa, la sua ostentata spavalderia, nasconde un cuore tenerissimo, amorevole ed estremamente generoso.